San Giovanni Battista a Trenno

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Milano è una città ricca di borghi, parecchi dei quali hanno conservato un aspetto rurale e come di piccolo paese; in realtà Trenno, anche lui annesso alla grande Milano nel 1923, aveva goduto in passato di notevole importanza, tanto che la sua Pieve era la più importante del circondario.
Questo borgo molto gradevole si trova nella parte nord-ovest della città ed è circondato dalla campagna da un lato e dal Parco omonimo dall'altro, per cui vi si respira un'aria molto bucolica.
Il centro di questo abitato si sviluppa intorno ad una chiesa parrocchiale, dedicata a San Giovanni Battista; il luogo dove sorge la chiesa è il luogo “alto” di Trenno, un leggero rialzo del terreno (presente ancora oggi), dove anticamente, prima dell’invasione longobarda del 568, pare sorgesse una fonte battesimale i cui resti potrebbero trovarsi ancora sotto le fondamenta.
L'aspetto barocco della chiesa attuale non inganni: la parrocchia di Trenno è testimoniata per la prima volta nella storia in un atto del 1017, inoltre da un'annotazione di Giorgio Giulini apprendiamo che alla fine del XII secolo essa aveva giurisdizione su Lorenteggio, Figino, Lampugnano, San Leonardo, Arese, Quarto Cagnino, Quarto Uglerio, Quinto Romano e San Romano; infine risulta elencata tra le chiese plebane della diocesi di Milano alla fine del XIII secolo, nel Liber notitiae Sanctorum Mediolani. La chiesa attuale pare sia stata costruita sopra un antico oratorio, dedicato a Santa Maria; tra il 1635 ed il 1655 essa venne ampliata e riedificata dall’architetto Trezzi, per ordine del vescovo San Carlo Borromeo e grazie alla generosità del Prevosto Francesco Parravicino e della fiorente confraternita del Santissimo Rosario.
Dall’antica chiesa propositurale, preesistente all’attuale, pare provenga il grazioso campanile gotico ancora svettante sul territorio, che, da dietro il coro, si innalza severo e maestoso in cotto, sormontato da una piccola piramide esagonale.
L'esterno dell'attuale chiesa è completamente intonacato in bianco e quasi privo di decorazioni: l'elemento più peculiare è rappresentato dalla facciata a due ordini, scandita verticalmente da lesene e caratterizzata da un nartece a tre arcate, che venne ottenuto negli anni '30 del XX secolo murando un portico settecentesco.
La parte superiore della facciata reca, nella parte centrale, una finestra e ai lati due nicchie per statue che però sono state sostituite da due affreschi con figure di santi, a sinistra di San Carlo, di Sant'Ambrogio a destra. Alla sommità della Chiesa è un timpano con al centro un affresco raffigurante San Giovanni Battista.
L’interno, sobrio, è ad aula unica preceduto dal nartece che possiede ai lati due cappelle: a sinistra vi è una tela rinascimentale di Gian Paolo Cavagna che ritrae San Gerolamo, a destra c'è il fonte battesimale. La navata è scandita da lesene con capitelli corinzi in stucco che reggono una volta a botte priva di decorazioni. L’altare maggiore è in marmi policromi (1735-1736) e precede un'abside semicircolare, la cui parte inferiore ospita gli stalli del coro.
Sulla controfacciata si trovano l'organo e la cantoria settecentesca, la quale è impreziosita, sulla faccia inferiore, da una decorazione a trompe l'oeil a simulare un soffitto a cassettoni; sulla balaustra, poi, si intravedono ancora raffigurazioni di episodi evangelici.
Ai lati della navata si trovano i due altari racchiusi in due nicchie, chiuse da balaustre in marmo: quello di sinistra conserva una settecentesca Madonna del Rosario mentre quello di destra è dedicato ai Re Magi e custodisce una splendida tela del grande pittore tedesco Johann Christoph Storer, realizzata nel 1657.
Questa cappella si deve alla munificenza dei nobili Melzi d'Eril, nominati da Filippo IV Re di Spagna conti del feudo di Trenno: il conte Camillo, infatti, in pieno accordo con la devota consorte Maria, si assunse la spesa della costruzione della cappella dei Re Magi, arricchendola anche di decorazioni e pregevoli suppellettili (come recita la lapide murata sulla parete destra della stessa); e ancora alla munificenza del Conte Camillo si deve la donazione del citato dipinto, di dimensioni ragguardevoli (2,7 metri x 3,2 metri).
Storer, uno dei principali pittori barocchi tedeschi del 1600, nato a Costanza nel 1611, visse a Milano dal 1640 all’anno 1657, ove studiò con il grande artista Ercole Procaccini il Giovane e ove dipinse numerosi affreschi (nella basilica di Sant’Eustorgio e in San Lorenzo); con questa pala di Trenno, Storer mostra l’influenza che la pittura di Rubens ha avuto su di lui, soprattutto nella fluidità e nella dinamica dei personaggi.
L'atmosfera della chiesa è completata da un sagrato pedonale, recentemente risistemato con una nuova pavimentazione che richiama le antiche piazze, e la presenza di graziosi e proporzionati edifici, tra cui spicca la centenaria Scuola Materna (già Asilo) Clotilde Ratti Welcher. Su questo sagrato si svolgono spesso feste popolari, tra cui quella di antica tradizione del Ringraziamento (seconda domenica di novembre).